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Psicologia

Published on Dicembre 12th, 2016 | by Giovanni De Gregorio

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L’INCONSCIO, un meccanismo di crescita straordinario!

Se hai provato più volte a dare una direzione alla tua vita senza purtroppo riuscirci, non significa che sei incapace, ma solo che non ti conosci abbastanza!
Se ti ritrovi a combattere sempre le stesse battaglie, o ad incontrare sempre la stessa tipologia di partner, o a commettere sempre gli stessi tipi di errori, non significa che sei irrecuperabile e senza speranza, ma solo che sei vittima dei tuoi automatismi.
Se hai provato invano a cambiare te stesso perché certe parti di te non ti piacciono, non significa che sei un fallito, ma che non conosci ancora come funziona il tuo mondo interiore, in quanto le parti di noi non si possono cambiare, si possono indirizzare!
Se sei in una fase in cui avverti il bisogno di riprendere in mano le redini della tua vita e non vuoi restare ancora una volta deluso, allora non cercare più fuori di te! Decidi finalmente di conoscere te stesso!!
Non si può scegliere di dare una direzione alla propria vita se non si conosce sufficientemente il proprio inconscio. E’ come avventurarsi in mare aperto senza conoscere il mare e le sue leggi!
E allora eccoci qua! Per la serie, “si può dominare solo ciò che si conosce”, oggi proverò a darti delle semplici chiavi di lettura per cominciare a governare i tuoi flutti e le tue tempeste interiori.
Cominciamo allora col  fare chiarezza e domandiamoci:
“Che cos’è l’inconscio?”
Ormai entrato nella terminologia comune, il termine “inconscio” viene oggi spesso usato per cercare di spiegare tutto ciò che non si capisce! Proprio per questo resta quasi come un entità occulta che agisce dietro le quinte per determinare la nostra vita. Una specie di “Signor Inconscio”, un’eminenza grigia che muove i fili della nostra vita senza che noi possiamo far nulla!
Ma è veramente così? O esiste una funzionalità di questo elemento misterioso che ci avvolge e ci costituisce? E davvero potrebbe esserci utile in qualche modo? Ed in che modo? In questo articolo si illustrerà una visione di inconscio che ne potrà finalmente svelare l’utilità e le modalità di funzionamento conosciute.

Hai mai pronunciato frasi di questo tipo? – “Da una parte la mente mi dice di fare così, da un’altra parte il cuore mi porta a fare l’opposto!” – Oppure: “E’ più forte di me! E’ come se ci fosse una parte di me che mi spinge a fare così”. – O ancora: “Io vorrei farlo, ma c’è una parte di me che me lo impedisce”! Siamo noi stessi dunque a scoprire e ad affermare che esistono in noi diverse parti che si muovono automaticamente e che ci spingono a fare cose indipendentemente o anche contro la nostra volontà! La psicoanalisi, sin dai tempi di Freud, ci ha insegnato ad inquadrare questi vissuti nel concetto di “inconscio”. Una scoperta epocale che ha messo in evidenza una sorta di attività psicologica interna, al di fuori della nostra consapevolezza. La psicologia oggi ne parla anche in termini di abitudini e di meccanismi psicologici automatici. Nell’immaginario collettivo, alla fine sembra quasi avere a che fare con un “Signor Inconscio” che sta lì a determinate un po’ il nostro vivere quotidiano, giocandoci brutti scherzi quando meno ce l’aspettiamo e mettendoci degli sgambetti, fondamentalmente senza alcun apparente motivo. Un’entità del tutto irrazionale che non risponde ai comandi! Spesso crediamo che i motivi siano da individuare nel passato e magari in situazioni traumatiche che abbiamo vissuto e di cui dobbiamo liberarci. Insomma una bella gatta da pelare!!! Meglio non pensarci! E questa è la risposta che buona parte delle persone ritrova a darsi, magari cercando di tenersi quanto più impegnati è possibile per cercare di non pensare!

“È vero Giò! Anch’io preferisco non pensarci! Non mi dire che adesso dobbiamo cominciare a scavare per capirci qualcosa! È meglio non andare a toccare e a smuovere certe cose del passato…!”

 

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Niente di tutto ciò! Proverò a spiegarmi con un esempio. Hai la patente per guidare l’auto, o qualsivoglia mezzo di trasporto? Puoi ricordare quando hai cominciato con le prime guide? Di sicuro eri tutto concentrato con la testa sul volante, pienamente vigile, attento e con gli occhi sgranati per cercare di non commettere qualche errore “fatale”!

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Immaginati invece dopo qualche tempo, magari oggi che è trascorso qualche anno da allora. Di sicuro la tua attenzione non è la stessa! Magari come capita a tutti, con una mano apriamo il finestrino, con l’altra gestiamo il volume dell’autoradio, con un’altra teniamo il cellulare, (…e non si dovrebbe!!! ps.: ma quante mani abbiamo????) e magari con lo sguardo siamo persi a guardare i negozi che incrociamo… Insomma è tutta un’altra storia!

Cos’è cambiato da quando hai imparato a guidare ad ora? Potremmo dire che si è strutturata in te la parte del GUIDATORE! Una sorta di pilota automatico che ha lo scopo di portarti a destinazione nel più breve tempo possibile. Il tuo “GUIDATORE INTERIORE” ha imparato movimenti, gestualità, ritmi e anche vocaboli piuttosto “coloriti” finalizzati al compito. Si tratta di un’energia che si attiva automaticamente quando ti accingi alla guida senza più il bisogno nemmeno di porvi attenzione. Questa parte è divenuta automatica man mano che ripetevi gli stessi movimenti nel tempo, ed è questo che intendiamo col termine inconscio. Inconscio insomma, è sinonimo di automatico, meccanico.

“La ripetizione degli atti intensifica la tendenza a compierli, e rende più facile e migliore la loro esecuzione, fino a che si arriva a poterli compiere inconsciamente.” (VII Legge della psicodinamica di Roberto Assagioli)

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Che cosa accade se mentre guidi col pilota automatico, una persona attraversa improvvisamente la strada correndo e ti passa davanti? Contemporaneamente a qualche “bestemmia”, prenderai subito il volante a due mani, inchiodando con il freno per bloccare immediatamente l’auto! In quel momento hai ripreso in mano il volante e hai riposto di nuovo l’attenzione sul presente, per evitare di “ficcare sotto” quel passante!

Ecco! Ciò che prima costituiva una serie di movimenti inconsci è divenuto ora cosciente perché vi hai messo attenzione. Essere coscienti significa quindi vivere nel presente e accorgerti di quello che sta accadendo adesso. Significa metterci attenzione. Questo è il concetto di coscienza. Qui inizia a crescere il nostro potere interiore!
Altolà!!!…non appena il pericolo sarà passato e l’attenzione sarà libera di fluttuare altrove, il tuo “GUIDATORE INTERIORE”, alias il tuo pilota automatico, ritornerà in azione.

“Ripeto quel che ho detto in altre occasioni: non esiste un “signor inconscio”, cioè un inconscio come entità a se stante; “inconscio” non è sostantivo, è aggettivo, cioè una qualifica temporanea di certi elementi o attività della psiche che in un dato momento, o periodo, sono al di fuori della coscienza ma che possono entrarvi e poi uscire di nuovo da essa. Quindi “conscio” o “inconscio” sono aggettivi qualificativi che indicano ciò che è o non è nel campo della coscienza ad un dato momento.”
Roberto Assagioli

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Si, vabbè Giò..! ..oggi vuoi fare il professore!?! Ma alla fine a che serve tutto ciò?

Immagina un po’ che cosa accadrebbe se dovessimo tenere sempre fissa l’attenzione su un compito! È un po’ come se ci ritrovassimo costantemente nella condizione di quando stavamo imparando a guidare: non potremmo più staccare l’attenzione dal compito e quindi non avremmo modo di proiettare la nostra attenzione verso nuove scoperte.

Ecco che quindi l’inconscio diventa un meraviglioso meccanismo evolutivo che tende a rendere automatici i comportamenti che si ripetono, permettendoci di spostare l’attenzione su qualcosa di nuovo da scoprire. 

C’è solo un piccolo inconveniente però in tutto ciò! Questo meccanismo genera in noi non solo la parte del guidatore, ma tante parti di cui ci ritroviamo oggi sicuramente portatori “inconsapevoli”…

“Ehi, Giò! Ma questo è un gran casino! …Però ora mi spiego perché a volte sento una forza dentro di me che mi spinge a comportarmi sempre allo stesso modo! Allora non sono pazzo!?!”

Macché amico mio! Tu funzioni troppo bene, solo che non conosci come si muovono le energie dentro di te e perché…!

“Ma se certi comportamenti sono diventati ormai automatici, come farò ora a gestirli?”

Bisogna diventarne “portatori sani”!
Le parti di noi divenute automatiche grazie alla ripetizione (e le stiamo ripetendo ormai da decenni), in realtà non hanno una testa, ma solo un corpo energetico. Sono come dischi rotti e quindi facilmente riconoscibili perché non presentano variazioni sul tema! Parlano, pensano, sentono, immaginano si comportano sempre allo stesso identico modo. La testa ce l’abbiamo solo noi che abbiamo la possibilità di riconoscerle, accorgendoci di loro, ponendoci attenzione. Noi! La nostra coscienza!
Se non le riconosciamo, finiremo per identificarci con loro quando emergeranno all’occorrenza. E quindi una volta dentro ci ritroveremo a comportarci come trascinati da questa forza… 

“Noi siamo dominati da tutto quello con cui il nostro io si identifica. Noi possiamo dominare, dirigere, utilizzare tutto quello da cui ci dissi identifichiamo”
Roberto Assagioli

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In realtà non è corretto definire “negative” le nostre energie. Ciò che è negativo è l’automatismo che le fa muovere! E’ di quello che restiamo vittime.
Occorre quindi conquistare una posizione di distacco dalle cose che succedono dentro e fuori di noi, una posizione detta dell’Osservatore, o meglio ancora del Testimone. La posizione di chi osserva senza interpretare, né giudicare, come se stesse assistendo ad un fenomeno al microscopio. Una posizione di assoluta neutralità! Non appena iniziamo a giudicare o interpretare ciò che percepiamo, perdiamo questa posizione e finiamo dentro ciò che accade, si dice che ci identifichiamo. E quando uno “ci si trova dentro” allora è complicato essere lucidi!

Se invece impariamo a riconoscere le nostre spinte interiori, possiamo fermarci in tempo e scegliere cosa farne. Togliendo il pilota automatico e prendendo noi in mano il “volante”, possiamo decidere di dare la direzione che riteniamo più giusta.

“Puoi usare un coltello per ammazzare qualcuno o per tagliare il pane. Il problema non è il coltello, ma l’uso che ne fai!” 

Ecco qui di seguito una tecnica per allenarti a riconoscere ciò che si muove dentro di te, in maniera da potertene distaccare sufficientemente (ossia disidentificarti), per poter poi scegliere più lucidamente il da farsi. La stessa tecnica funge anche come metodo di rilassamento. 

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“Signori si diventa,…non si nasce”


Sull'autore

Sono Giovanni De Gregorio, ideatore di "Sintetizzando": il Blog che ti aiuta a conoscere, gestire e trasformare il tuo mondo interiore. Qui troverai esempi pratici e materiale multimendiale che ti aiuterà a diventare più padrone di te! Sito personale: http://www.giovannidegregorio.it/



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