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Psicologia

Published on Gennaio 16th, 2017 | by Giovanni De Gregorio

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Il SABOTATORE INTERIORE

Ci sono delle voci interne che sabotano sistematicamente i nostri piani, delle sgradevoli interferenze che ci fanno perdere il nostro equilibrio interiore…
Quando siamo in vena, allora iniziamo in qualche modo a combatterle, altrimenti cerchiamo di evitarle finché è possibile! Ma in fin de conti restano sempre al centro dei nostri pensieri…
Perché allora non cercare di comprenderle per smascherarle e sradicarle una volta per tutte?

In quest’articolo metterò a disposizione un lavoro costantemente aggiornato nei miei 17 anni di esercizio dell’attività di psicologo e psicoterapeuta. Forse uno dei lavori più completi e più continui che ho potuto realizzare direttamente attraverso le esperienze personali e professionali incontrate…

“Forse tutti i draghi che esistono nelle nostre vite sono principesse che stanno solo aspettando di vederci agire con bellezza e coraggio.
Forse tutto l’orrore non è in fondo altro che l’inerme che ci chiede aiuto”
[Rainer Maria Rilke]

Ehi Giò, è vero!  E’ come se ci fosse una parte di me che prova quasi gusto a mettermi i bastoni tra le ruote!! Ma sto’ sabotatore…da dove salta fuori???

Il “Sabotatore interiore” nasce da un evitamento! Tutto ciò che escludi diventerà tuo nemico! Ricordate? Quando si evita per troppo tempo un vissuto interiore, in realtà questo non scompare. La sua repressione o negazione, e quindi esclusione, genera in noi un’energia distorta e degradata. A ben guardarla, sembrerebbe la rabbia di quel vissuto di essere stato escluso! Di qualunque vissuto emotivo si tratti, la sua esclusione genera un disagio psichico, che diventa una nuova vera e propria presenza in noi. Una presenza sostitutiva del vissuto negato: il SABOTATORE! Una parte di noi che prende forza e spazio, finanche il nostro posto, diventando un padrone di casa rigido e inflessibile, che non accetta debolezze di sorta in sé e negli altri. Ed è da qui che partono i sabotaggi!

Il Sabotatore nasce quindi da uno stile di evitamento, da una fuga, da un’assenza verso uno o più vissuti emotivi interiori etichettati come negativi. Ogni sabotatore è sostenuto da una credenza, una convinzione profonda che ci ha fatto escludere una parte di noi. Ad es.: odio la mia timidezza perché gli altri mi deridono. Oppure: “Chi sbaglia deve pagare!”. Sembrerebbe che il Sabotatore nasca da un’intenzione di proteggerci. Ma anche se così fosse, finisce però per diventare un tiranno, che per proteggerci dalla sofferenza ci trasforma in esseri diffidenti, cinici, rigidi, ossessivi ed ansiosi. Insomma, per non star male, si sta’ peggio!

Mi dici un modo per riconoscerlo? Non vorrei farmi più fregare!!!

Il Sabotatore parla come un disco rotto! E’ monotematico in negativo. Basta ascoltare i messaggi che ci invia per capirlo:

  • Invia sempre giudizi negativi sulla nostra personalità: “Sei troppo debole per fare ciò..!”, “Ma dove vuoi andare..!?!”, “Ma ti sei visto allo specchio?”, “Non sei capace di farlo, ritirati!”,…
  • Fa soltanto previsioni sfavorevoli: “Non ci provare proprio, tanto lo sai come va a finire..!”, “Fallirai come al solito…”, “Non ce la puoi mai fare”, “E’ troppo difficile, non esagerare”, “Puoi anche iniziarlo a fare, tanto perderai miseramente!”, “Ti bloccherai all’improvviso…!”, “Farai una figura di…!”, “Gli altri rideranno di tè!!!”…
  • E’ rigido e da istruzioni e ordini incontestabili: “Devi essere sempre il primo!”, “Chi sbaglia deve pagare!”, “Non si deve mai mostrare la propria debolezza!”, “Devi sempre essere all’altezza della situazione!”, “Devi proteggerti dagli altri!”…

Giò,…ma sei sicuro che sia il Sabotatore? A volte mi sento proprio io a pensare tutto ciò!..

Purtroppo il Sabotatore, una volta che prende spazio, diventa “subdolo”. Riesce a minimizzarsi per non farsi riconoscere. Ecco come agisce:

  • Egli sa che sui suoi messaggi, visti alla luce del giorno, in fondo ci si può ridere su, e perciò deve “confezionarli” e “presentarli” come verità incontestabili.
  • Egli, inoltre sceglie il momento giusto per inviare i suoi messaggi, vale a dire quando siamo sotto stress, o stanchi ed impreparati e quindi non siamo pronti a fare i conti con lui.
  • Egli invia messaggi estremi e parziali.
  • Ogni nostro errore si va ad aggiungere al conto che ci esibirà.
  • Agisce di nascosto, come un sub; può dunque emergere nel momento in cui lo riconosciamo, ma poi ritorna spontaneamente sott’acqua. Ciò che teme di più è di essere scoperto e smascherato.

Giò, ma così mi sembra di avere i ladri in casa! Ma come è possibile??? 

E’ l’esasperazione della paura la causa di tutto ciò! Diversamente ci troveremmo di fronte ad una parte di noi che ha il giusto compito di mettere dei limiti e delle regole per aiutare ad orientarci nel mondo. Quello che appunto in Psicosintesi chiamiamo “il Giudice” (in psicoanalisi lo si chiama Super-Io), una parte di noi che è fatta di inibizioni e di regole in primo luogo genitoriali, poi di norme sociali, e quindi di influenze ambientali. E’ collegato con intense cariche emotive di cui avvertiamo gli effetti, quali la paura di sbagliare, la paura di conseguenze dannose, e il senso di colpa per ogni trasgressione commessa o commettibile… Maggiore è la paura e più il Giudice interno diviene rigido, severo, intransigente e castrante, fino a diventare un Sabotatore!!

Ma davvero?!? E allora dimmi, com’è che allora a volte mi sento attaccato da tutte le parti? Ma quanti sabotatori ci sono???

Il Sabotatore interiore aggrega a se altre energie, a seconda dello spazio che gli si lascia occupare. Può parlare in tanti modi, ma la radice è identica. E’ come un corpo con tante teste! Un Boss con il suo clan di sottoposti, che “sguinzaglia” ogni qualvolta ci prefiggiamo dei piani che vanno contro i suoi convincimenti, le sue certezze fatte di specifici codici di condotta da osservare. Quando infatti proviamo a dirgli di no, superando la linea gialla delle sue regole e delle sue credenze diventa un vero e proprio Persecutore! E’ qui che subentra l’ansia ed il senso di colpa, con cui infetta noi stessi e tutto ciò con cui viene a contatto. Un vissuto angosciante che ha come scopo quello di paralizzarci per evitare ciò che lui ritiene mortale! D’altronde, quale reazione possiamo aspettarci da chi è sempre stato al Centro della “cabina di comando”?

Il senso di colpa è un virus, e come tale va debellato!
[Antonio G. Tallerini]


Ma è pericoloso allora!!! Ma qual è il suo scopo???

E’ pericoloso se non te ne accorgi e se agisce senza il tuo permesso! Diversamente come ogni parte di noi [che in psicosintesi chiamiamo subpersonalità], il “Giudice/Sabotatore” ha un suo bisogno di fondo da soddisfare, lo zoccolo duro che alimenta tutto il suo agire. Ed è chiaro come il bisogno minato in questo caso sia quello di sicurezza. Il Giudice è infatti una risposta al bisogno di protezione, di ordine, di contenimento, di porre confini, di giustizia, insito in ciascuno di noi. E fin qui nessun problema! Ma quando questo diventa un modo per fuggire dalla sofferenza, di nascondersi dalle responsabilità di scegliere e quindi rifugiarsi dietro delle regole insindacabili, diventa un Sabotatore con il ruolo di Protettore. Un ruolo, però, fondato sull’evitamento che produce una pseudo/sicurezza che genera stasi e quindi il blocco della crescita

Giò!!!! Ora mi sta venendo l’ansia…!!! Cos’è? E’ il Sabotatore che vuole proteggermi..??? E ora cosa posso fare..? Come devo comportarmi? Fai presto…dimmelo!!!!

 

Bisogna fare pace con noi stessi!!!

In ognuno di noi esistono due parti fondamentali, che rappresentano due facce della stessa medaglia.
Per dare un’idea di questa polarità, possiamo utilizzare un disegno libero:
da una parte il “Re sul trono”, dall’altra la persona più povera e miserabile del suo regno.

La parte “miserabile” vive per lo più la sensazione di non essere e di non avere niente, e quindi di aver bisogno di tutto.
Mentre la parte “presuntuosa”, al contrario, pensa di avere tutto e di non aver bisogno di niente!
La parte “miserabile” può giungere a ritenersi talmente colpevole, miserabile ed indegna, da non meritarsi di ricevere nulla, come l’ultimo verme della terra, oppure può tendere a colpevolizzare delle proprie incapacità l’ambiente esterno, richiedendo e pretendendo da esso un sostegno ed un aiuto.
Il “Re”, invece, può ritenersi talmente “prezioso” da chiudersi in un proprio mondo ed escludere tutto il resto…

Questa condizione è ciò che genera il conflitto principale dentro ognuno di noi,
un “impoverimento umano”, una perdita di umanità, per cui la “cura” è legata all’educazione dei sentimenti, che favoriranno gradualmente l’armonizzazione e la sintesi delle due parti.

[Alberto Alberti]

Interessante! Quella di educare i sentimenti l’ho già sentita…! Ma in realtà cosa significa?

Significa sviluppare l’UMILTA’!
– E’ così che l’uomo abbandona la sua abituale presunzione, senza per questo perdere il senso della propria dignità e del proprio valore. E’ il “Re” che scende dal suo trono per accettare i limiti umani.
– E’ così che l’uomo supera il sentimento della propria nullità, senza per questo inflazionarsi in una esaltazione dei propri poteri personali. E’ il “miserabile” che sale di livello e da umiliato diviene umile.

In tal modo il “Re” può diventare un “Governatore” grazie al riconoscimento dei limiti umani ed il “Miserabile” diventa “Responsabile” e compassionevole.

Giò, grazie! Ma io vorrei una tecnica, qualcosa per fronteggiare i sabotatori che ancora ci sono in me!

Non vi indicherò tecniche specifiche o esercizi di qualche tipo in questo articolo, perché contro il Sabotatore l’unica tecniche utile è quello di stroncarlo! Si, avete capito bene! Il Sabotatore va spietatamente limitato al fine di essere RIEDUCATO.

La fine del Sabotatore è infatti la RIEDUCAZIONE: portarlo a diventare da Persecutore a Rivelatore! E questo dipende solo dallo sguardo con cui lo affrontiamo. Occorre riprendersi il posto che abbiamo lasciato vuoto, quando siamo fuggiti di fronte alla sofferenza, quando abbiamo lasciato che l’ansia occupasse il nostro posto. Recuperare il significato di quella sofferenza, dargli senso e direzione è il primo passo per rieducare il sabotatore. Ed è solo dopo averlo ogni volta riconosciuto, spietatamente limitato, inibito, represso in tutte le sue manifestazioni, che potremmo riutilizzarlo come strumento energetico al nostro servizio. “Non sono più io a venirti dietro! Sei tu a dover seguire me!!” Con questo obiettivo è possibile soddisfare il nostro bisogno di protezione non più sulla base di codici di condotta automaticamente introiettati dall’esterno, ma su valori etici essenziali ed universali a cui scegliere di ispirarsi ed in grado di farci questa volta attraversare e non evitare la sofferenza. Ed è da questo passaggio che altre risorse, presenti nella nostra dimensione più profonda, emergeranno da noi.. La sofferenza diventerà così l’humus in ci piantare semi d’amore e di valore, da cui sbocceranno fiori capaci di resistere a qualsiasi urto perché porteranno in se il germe dell’umiltà! L’umiltà nasce infatti, dall’accettazione, dalla valorizzazione ed espressione del proprio lato “debole” o meglio…sensibile. E questo può avvenire solo attraversando la sofferenza. Ciò ci fa dire che: La sicurezza non è data dalla forza…ma dall’elasticità, dalla flessibilità, dall’umiltà!

Ecco perché quando ciò viene riconosciuto, il Sabotatore diventa un Rivelatore e l’energia “ansiosa” che prima ti perseguitava diventa fruibile, indirizzabile…e non più temibile!

SINTETIZZANDO, il Sabotatore non è una malattia, ma sta lì per ricordarti:

  • ciò che non sei [immagine rigida e sopravvalutata di sé da raggiungere],
  • ciò che non riesci ad affrontare…ed includere, ossia la tua debolezza e i bisogni da cui fuggi [lato sensibile],
  • ciò che hai paura di diventare [il protagonista, il leader della tua vita].

 


Sull'autore

Sono Giovanni De Gregorio, ideatore di "Sintetizzando": il Blog che ti aiuta a conoscere, gestire e trasformare il tuo mondo interiore. Qui troverai esempi pratici e materiale multimendiale che ti aiuterà a diventare più padrone di te! Sito personale: http://www.giovannidegregorio.it/



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