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Psicologia

Published on Maggio 3rd, 2017 | by Giovanni De Gregorio

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LA RESPIRAZIONE PSICOLOGICA

Bisogna fare molta attenzione a quello su cui poggiamo la nostra “attenzione”. L’attenzione è il canale di collegamento con l’esterno. Dove mettiamo l’attenzione, lì ci colleghiamo. E a seconda di quello con cui ci colleghiamo, quel tipo energia assorbiremo. Che la cosa sia intenzionale o meno poco importa, funziona lo stesso.

Così come il nostro corpo assorbe continuamente elementi vitali dal mondo esterno, dall’aria, dall’acqua, dalla luce, dai vari cibi, e questi elementi secondo la loro natura esercitano sul corpo influenze diverse — siano esse vantaggiose o dannose, salutari o nocive — così nello stesso modo il nostro inconscio assorbe continuamente elementi dall’ambiente psicologico.
Esso per così dire respira ed assimila incessantemente sostanze psicologiche che,
secondo la loro natura, avranno su di noi degli effetti vantaggiosi o dannosi.

[Roberto Assagioli] 

Secondo gli indù: Salam Annam, cioè tutto è cibo! Non ci nutriamo solo di cibo vegetariano o non vegetariano, ma anche suoni e vibrazioni visive, di ogni genere di impressioni: proporzioni architettoniche, unioni di forme e di colori; armonie, ritmi musicali, e tutte le idee con cui veniamo in contatto. Tutto questo, assorbito meccanicamente e senza vera attenzione per tutto il giorno, ha composto il nostro essere e continua a comporlo.

E tu di cosa ti nutri?

Ehi Gió, ma io non mi occupo mai della mia attenzione! E ora che cosa succede?

Stamattina fischiettavo una canzone, un motivetto di un film che avevo visto il giorno prima. Dopo circa cinque minuti ho sentito mia moglie fischiettare lo stesso motivetto.
Allorché le ho chiesto: “Ma lo sai cosa stai cantando?”
“No!”risponde lei, “…perché?”
“Ma è lo stesso motivetto che stavo canticchiando io cinque minuti fa…!?!”

Esempio pratico di come senza una guida, la nostra attenzione resti in balia degli eventi. E più gli eventi saranno di una forte tonalità emotiva, più si impressioneranno dentro di noi.
Questo porta ad una considerazione della differenza tra quello che possiamo chiamare l’inconscio plastico” e l’inconscio “strutturato” o “condizionato”.

L’inconscio condizionato può essere paragonato ad una massa di pellicola fotografica già esposta.
Ma c’è una vasta parte dell’inconscio che non è condizionata in questo modo; è plastica, e il fatto di poter essere influenzata la rende simile ad un’inesauribile provvista di materiale fotografico non esposto.
In questo senso, noi siamo come cineprese che funzionano ininterrottamente, cosicché in ogni momento una nuova parte della pellicola sensibile riceve le impressioni delle immagini che appaiono per caso davanti all’obiettivo. Ma le impressioni nuove così ricevute non rimangono statiche. Esse agiscono dentro di noi.
Sono forze viventi che stimolano ed evocano altre forze in accordo con le leggi psicologiche.
[Roberto Assagioli] 

Ehi Giò, ma allora se lascio fluttuare la mia attenzione senza farci caso, potrebbero nascere dei guai!?!

Restare in balia degli eventi oggi, purtroppo non è cosa da poco! Con tutto quello che ci gira intorno, c’è o non c’è una “minima” possibilità che venga attirata da qualche fatto negativo?
Probabilmente la tua attenzione potrebbe venire assorbita da qualcosa o da qualcuno che susciterà in te una forte tonalità emotiva. E’ l’effetto calamita.
Ora, come sappiamo, il male attira e fa notizia! Assorbe facilmente la nostra attenzione e ci trasmette un’energia negativa.
E’ come un veleno appena iniettato. Una volta che comincia a circolarci dentro, diventiamo infettati e ancor più: infettivi…
E qualcuno purtroppo l’ha capito… Vuoi una prova che non ammette repliche? Guardati un telegiornale dall’inizio alla fine e poi dimmi come ti senti!

Una volta però compreso il processo, possiamo anche imparare ad usare queste influenze sapientemente per costruire in noi stessi quello che noi scegliamo di essere o avere. Possiamo spostare l’attenzione su ciò che sprigiona energie positive.

Ma allora chi è capace di spostare l’attenzione…c’ha il mondo in tasca!

La nostra attenzione è come il puntatore del mouse: ci permette di selezionare il bersaglio con cui interagire.

E sai come si chiama questa capacità di spostare l’attenzione? Si chiama volontà“.

Ma come? La volontà non riguardava la capacità di ottenere?

Quello è solo un aspetto, quello della forza. Quello di spostare l’attenzione è invece l’aspetto saggio, che quasi nessuno conosce…

Le varie funzioni psicologiche possono interpenetrarsi e interagire, ma la volontà è nella posizione di dirigerne l’interpenetrazione e l’interazione. La posizione centrale della volontà le permette di assumerne la supremazia per mezzo della sua forza regolatrice, ma questa forza a sua volta è governata dalle leggi psicologiche. Ignorare queste leggi significa sprecare o correre il rischio di usare in modo sbagliato il potere intrinseco che la volontà possiede grazie alla sua posizione centrale…
[Roberto Assagioli]

Per chi vuol saperne di più su queste leggi psicologiche, ve n’è una piccola sintesi in questo articolo precedente a proposito delle “tavole del cambiamento“.

Quello dell’attenzione, e della nostra abilità nel dirigerla che chiamiamo volontà, è solo una sfaccettatura della nostra “respirazione psicologica”. L’attenzione è il nostro “mouse”, ma tra i canali respiratori principali vi sono i pensieri e le parole.

Quale potenza questi abbiano e quale influenza su di noi, ciò è in realtà tutto da scoprire. Se ne parla talvolta, ma credo in maniera troppo scontata..

I pensieri sono delle energie che hanno specifiche emanazioni e vibrazioni.
Come una stufa che può emanare un 
benefico calore oppure un fumo velenoso,
così l’uomo con i suoi pensieri emette 
in continuazione elevate forze di salute se ha pensieri positivi, oppure energie malsane e basse se ha cattivi pensieri.
[Dr. Matthias Kamp]

Qualcuno dice addirittura che i pensieri non siamo noi a crearli, ma ci arrivano! Da dove, magari ne parleremo in un altro articolo. Vale però la pena accennare qualche passaggio…

Bruno Gröning sapeva che la maggior parte della gente ha l’abitudine di
pensare in modo negativo senza sapere quanto questo la danneggi. Non sono
solo i pensieri di paura, odio, gelosia, invidia e rabbia, ecc. ad avere un’influenza
distruttiva sull’animo umano e che lui chiamava “cattivi pensieri”.
Bruno Gröning 
includeva nei “cattivi” pensieri, negativi, tutti quei pensieri che tolgono la gioia,
la pace, il bene. E così lo strisciante veleno delle preoccupazioni, dei pensieri di
tristezza, dello scontento, ma anche i pensieri di vanità, d’orgoglio, ogni cattivo
pensiero sia che riguardi la propria vita sia quella degli altri, capace di distruggere
e disturbare lo spirito. Per Bruno Gröning il primo compito di ognuno è di
combattere la malattia e l’indigenza alla radice, rifiutando tutti questi pensieri e
rivolgendo coscientemente i propri pensieri verso il bene.
[Dr. Matthias Kamp]

Anche il medico americano Dr. Simonton ha considerato il potere dei pensieri nel suo lavoro come medico. Le sue esperienze gli hanno permesso di sviluppare un metodo che ricorda le tecniche vecchie di millenni praticate da sciamani e uomini di medicina, nonostante lui ignorasse questa antica conoscenza.
Essenziale nel suo lavoro è la tecnica della visualizzazione (detta anche immaginazione, ossia una rappresentazione immaginaria di un determinato stato desiderato, orientando consapevolmente il pensiero in questa direzione, per esempio, la salute).
Egli istruiva i suoi pazienti, oltre ad applicar loro le terapie convenzionali contro il cancro, ad immaginarsi sempre la loro salute e la vittoria sul cancro. Dal 1974 al 1981 ha intrapreso uno studio che ha dato risultati rivoluzionari. È riuscito a provare che i pazienti malati di cancro che si erano sottoposti alla sua terapia, vivevano in media il doppio dei pazienti curati con le terapie usuali nelle migliori cliniche e alle stesse condizioni di malattia.
È noto che con la sua terapia ha salvato malati di cancro altrove dati per spacciati e che in parte ha potuto guarire.
Inoltre Simonton ha scoperto che soprattutto le emozioni distruttive come rabbia repressa, paura e disperazione creano le condizioni adatte per lo sviluppo del cancro.
Egli perciò considera come suo primo obiettivo terapeutico quello di cambiare il modo di pensare dei suoi pazienti. Insegna loro che i fattori più importanti nella lotta contro il cancro sono loro stessi e la fiducia in sé stessi.
In un’intervista, parlando del suo lavoro, così si è espresso:
“Tutto il mio lavoro è il risultato del profondo cambiamento spirituale avvenuto in me.
Sono cresciuto nella convinzione di essere cattivo per natura.
Quando ho incominciato a scoprire questo lavoro, durante una meditazione ho ricevuto
l’informazione che non solo la mia attitudine di pensare di essere cattivo era
sbagliata, ma anche che nessuno è fondamentalmente cattivo per natura; che tutti
sono buoni per natura, fatti della stessa sostanza divina. Questa è stata per me
un’esperienza molto profonda. È successo nel 1971, poco prima di curare i miei
pazienti con il nuovo metodo e prima di capire che possiamo cambiare la chimica
del nostro corpo se cambiamo il nostro comportamento […]. Da allora medito
regolarmente.”

E passiamo ora al “canale respiratorio” della parola.

Quanto gli uomini sminuiscono il potere della parola! Se nei pensieri vi è una gran forza, quanto potere possono avere le parole!

Lo yogi indiano Paramahansa Yogananda, descrive nella sua autobiografia un avvenimento impressionante della propria gioventù sul potere della parola:
“Un altro ricordo dei primi anni è rimasto inciso in me; letteralmente inciso,
poiché ancor oggi ne porto la cicatrice. Mia sorella maggiore Uma e io sedevamo
di primo mattino sotto un albero di neem nel recinto della nostra casa di Gorakhpur.
[…] Uma […]si lamentava ogni tanto per un foruncolo alla gamba.

A un certo punto andò a prendere un vasetto d’unguento. Mi spalmai un po’ di
quel balsamo sull’avambraccio.
‘Perché metti una medicina su un braccio sano?’
‘Beh, sorellina, sento che domani avrò un foruncolo. Provo il tuo unguento al
posto dove apparirà.’
‘Ah! Piccolo bugiardo!’
‘Sorellina, non chiamarmi bugiardo fino a quando non vedrai quello che accadrà
domattina.’ Ero colmo di indignazione!
Uma non si impressionò affatto, e per tre volte tornò a canzonarmi.
Una risoluzione 
incrollabile vibrava nella mia voce mentre le rispondevo lentamente:
‘Per il potere della volontà che è in me, dico che domani avrò un grosso foruncolo
in questo punto preciso del braccio e che il tuo foruncolo sarà due volte più
grosso di quello che è!’
La mattina seguente avevo un bel foruncolo al posto indicato, e le dimensioni
di quello di mia sorella erano raddoppiate. Con un grido ella corse da mia
madre: ‘Mukunda [nome da ragazzo di Yogananda] è diventato uno stregone!’
Mia madre mi redarguì gravemente, raccomandandomi di non usare mai il potere
delle parole per fare del male. Ho sempre ricordato e seguito il suo consiglio.
Il mio foruncolo fu curato chirurgicamente. Una grossa cicatrice dovuta all’incisione
subita è visibile ancor oggi; sull’avambraccio destro porto un costante
ricordo del potere che ha la parola dell’uomo.
Le semplici frasi dette a Uma, in apparenza innocue ma pronunciate con
profonda concentrazione, avevano avuto una forza intima tale da esplodere come
bombe e produrre effetti precisi, benché deleteri. In seguito compresi che l’esplosivo
potere vibratorio delle parole poteva essere saggiamente usato per liberare
la nostra vita dalle difficoltà, operando così senza produrre cicatrici né meritare
rimproveri.”

Credo che ce ne sia abbastanza per riportarci ad un’attenta riflessione!
Occorre diventare o ritornare ad essere responsabili della propria attenzione, dei propri pensieri e delle proprie parole.

E questo è  il mio augurio per tutti noi!..


Sull'autore

Sono Giovanni De Gregorio, ideatore di "Sintetizzando": il Blog che ti aiuta a conoscere, gestire e trasformare il tuo mondo interiore. Qui troverai esempi pratici e materiale multimendiale che ti aiuterà a diventare più padrone di te! Sito personale: http://www.giovannidegregorio.it/



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