Published on Maggio 8th, 2017 | by Giovanni De Gregorio
0IL LAVORO PIÙ BELLO DEL MONDO
Ai tempi dell’Università, quando studiavo ancora Psicologia, mi capitava spesso di seguire dei convegni o delle conferenze dove si interpellava lo psicologo o lo psicoterapeuta di turno. Le immagini che mi arrivavano, di quelli che sarebbero dovuti essere i miei modelli del futuro, non erano proprio delle migliori! In particolare ricordo persone molto nervose, a dir poco frustrate, per certi versi smarrite, che nascondendosi dietro una maschera di professionalità cercavano di rispondere ai quesiti rifacendosi a teorie o autori vari, finendo per buona parte delle volte nel trovare spiegazione in qualche quadro psicopatologico.
Ed io dovrei diventare così? Non era mia intenzione giudicare queste persone, che di fatto erano di sicuro partite con le migliori intenzioni di diventare professionisti dell’aiuto, ma vedevo operatori sopraffatti dalla fatica e dall’ansia di controllare qualcosa che aveva finito per prosciugarli. Persone stanche e affaticate da un lavoro duro, difficile e quand’anche pericoloso.
Non sono mai riuscito a rassegnarmi a tutto ciò! Non volevo difendermi dietro qualche teoria o qualche legge astratta che potesse proteggermi dal contatto con la realtà, perché di fatto mi sembrava una sconfitta. Che se ne fa la gente di una teoria quando verrà a portarmi un problema?
Immaginate un po’ quale dovette essere per me l’effetto, quel giorno che sentii uno psicoterapeuta che, nel fare di un discorso, affermò con passione, umiltà e convinzione che il nostro…è il lavoro più bello del mondo!
Mi si aprì il cuore e la mente, volli guardare fino in fondo per capire se ciò che mi diceva fosse vero o meno. Volli conoscere non solo i suoi riferimenti teorici, ma anche il suo modo di essere, la sua maniera di relazionarsi nel mondo, per vedere se quanto diceva venisse poi applicato nella realtà della vita e soprattutto se la sua filosofia terapeutica finalizzata a tirar fuori l’Anima dalle persone avesse degli effetti concreti sui pazienti. L’ho seguito negli ultimi otto anni della sua vita, …ed era tutto vero!
Il suo nome era Antonio Tallerini. La sua “tecnica” principale era la comprensione profonda. Il suo maestro Roberto Assagioli.
Il suo humor collegato ad una profonda saggezza mi hanno aiutato ad essere me stesso e mi hanno dimostrato che ciò che pensavo del mestiere di psicoterapeuta non era solo un’illusione o un sogno, ma una reale possibilità.
Dedico questo breve articolo a tutti i miei colleghi.
Da allora in poi non ho mai più sentito qualcuno definire il mestiere di psicoterapeuta come il lavoro più bello del mondo. E questo mi lascia molto pensare…